E’ urgente un impegno internazionale per “prevenire e contrastare le aberrazioni” del “turismo sessualé del “traffico d’organi” e di tutti gli “abusi e torture” in “contesti turistici, dei quali sono vittima in particolare i bambini e le persone più deboli. Lo chiede il Papa nel messaggio al congresso della pastorale del turismo, che si svolge in Messico, a Cancun, da oggi al 27 aprile.
Nel documento Benedetto XVI afferma anche con forza il “diritto” alle vacanze, che sono anche una “opportunità”, e fornisce una serie di indicazioni pastorali affinché la Chiesa sappia essere a fianco dei cristiani anche in questo ambito. Obiettivo della pastorale del turismo sarà allora costruire una cultura delle vacanze e del tempo libero, incontrare l’umanità in questo contesto cosi importante nel mondo contemporaneo. Il turismo, ricorda il Papa alla fine del messaggio – indirizzato al card. Antonio Vegliò, presidente del “ministero” vaticano per il turismo – può diventare anche un luogo per la “nuova evangelizzazione”, nutrendo “la crescita umana e spirituale delle persone”, fornendo anche “spazi di preghiera e meditazione”.
Dopo aver osservato che il turismo, fenomeno centrale nel nostro tempo ma non “esente da pericoli e elementi negativi” e dopo aver chiesto a comunità internazionale e responsabili dei settori turistici di potenziare la vigilanza, papa Ratzinger afferma: “Il turismo sessuale è una delle forme più abiette di queste deviazioni che devastano, dal punto di vista morale, psicologico e sanitario, la vita delle persone, di tante famiglie e, a volte, di intere comunità. La tratta di esseri umani – aggiunge – per motivi sessuali o per trapianti di organi, come lo sfruttamento di minori, il loro abbandono in mano a persone senza scrupoli, l’abuso, la tortura, avvengono tristemente in molti contesti turistici”.
Infine il Pontefice indica “tre ambiti” di impegno per la pastorale del turismo. Primo: promuovere “una cultura del turismo etico e responsabile, in modo che giunga ad essere rispettoso della dignità delle persone e dei popoli, accessibile a tutti, giusto, sostenibile ed ecologico”. Secondo: non dimenticare mai la “via della bellezza”: molte delle manifestazioni del patrimonio storico-culturale religioso “sono vere strade verso Dio, la Bellezza suprema, anzi, sono un aiuto a crescere nel rapporto con Lui, nella preghierà”. Terzo: “accompagnare i cristiani nell’usufruire delle loro ferie e del tempo libero, in modo che siano di profitto per la loro crescita umana e spirituale”. Anche la “nuova evangelizzazione, – conclude il Papa – alla quale tutti siamo chiamati, ci chiede di avere presente e usare le numerose occasioni che il fenomeno del turismo ci offre per presentare Cristo come risposta suprema agli interrogativi dell’uomo di oggi”.