Oggi al suo 27.mo viaggio in Italia, anche Benedetto XVI ha affrontato il tema della crisi, con accenti chiari e pragmatici, in una omelia in cui ha ripercorso la storia dei santi e dei grandi personaggi aretini e toscani alla luce del contributo di valori e di cultura da loro dati all’Europa e al mondo. C’é la crisi, e colpisce duro e soprattutto poveri, ha osservato il Papa, ma anche con la crisi la Chiesa d’Arezzo non può dimenticare i “suoi valori distintivi, la solidarietà, l’attenzione ai più deboli, il rispetto della dignità di ciascuno”, ha citato anche la “accoglienza” che nei secoli gli aretini hanno praticato, e la “solidarietà” con i poveri e deboli. In un ulteriore passaggio, riflettendo sui giovani e l’emergenza educativa, Benedetto XVI ha ribadito i valori della difesa della vita in ogni sua fase, e della dignità della persona. Una terra e delle persone che annoverano per nascita o storia san Donato e Gregorio X, Petrarca e il Vasari, una schiera di santi che hanno evangelizzato l’Europa e una serie di artisti che hanno fatto il Rinascimento – questa la considerazione di Benedetto XVI – ha in sé la forza per reagire, per questo deve farlo, può farlo, con fiducia.
La “cultura dell’effimero” ci ha “illuso”, ha detto in un altro passaggio significativo, ma non cediamo al materialismo, la crisi non è solo economica, è anche spirituale, e si affronta anche grazie ai valori. Conclusa la messa Benedetto XVI ha visitato il Duomo e reso omaggio alla immagine della Madonna del Conforto e all’arca di san Donato. Per spostarsi nella navata della Chiesa, e poi nel passaggio interno che conduce all’episcopio, l’anziano pontefice ha usato una pedana mobile in legno, simile a quella metallica che usa a volte a Roma, come fece per la prima volta il 16 ottobre scorso. Dopo il pranzo in episcopio con i vescovi toscani, – menu a km 0 e chef aretino – papa Ratzinger incontrerà gli organizzatori della visita e i volontari. Nel pomeriggio due appuntamenti: all’eremo della Verna e a Sansepolcro.
(giovanna.chirri@ansa.it)