“Nella Trinità riconosciamo anche il modello della Chiesa, nella quale siamo chiamati ad amarci come Gesù ci ha amato”. Con queste parole Papa Francesco spiega che “è l’amore il segno concreto che manifesta la fede in Dio Padre, Figlio e Spirito Santo”. “È l’amore – afferma – il distintivo del cristiano”. A braccio la raccomandazione a non cadere in contraddizione:
“E’ una contraddizione pensare a cristiani che si odiano. E’ una contraddizione! E questo cerca sempre il diavolo: farci odiare, perché lui semina sempre la zizzania dell’odio; lui non conosce l’amore: l’amore è di Dio!”
“Tutti siamo chiamati – ricorda il Papa – a testimoniare ed annunciare il messaggio che «Dio è amore», che Dio non è lontano o insensibile alle nostre vicende umane”.
“E questo è l’amore di Dio in Gesù. Quest’amore che è tanto difficile da capire, ma che noi sentiamo quando ci avviciniamo a Gesù. E Lui ci perdona sempre; Lui ci aspetta sempre, Lui ci ama tanto! E l’amore di Gesù che noi sentiamo è l’amore di Dio!”
“Il dinamismo della Trinità – spiega – è un dinamismo di amore, di comunione, di servizio reciproco, di condivisione”:
“Una persona che ama gli altri per la gioia stessa di amare è riflesso della Trinità. Una famiglia in cui ci si ama e ci si aiuta gli uni gli altri è un riflesso della Trinità. Una parrocchia in cui ci si vuole bene e si condividono i beni spirituali e materiali è un riflesso della Trinità.”
Trinità e Eucaristia: “l’Eucaristia è come il ‘roveto ardente’ in cui umilmente abita e si comunica la Trinità”, dice Francesco, spiegando che “per questo la Chiesa ha messo la festa del Corpus Domini dopo quella della Trinità”.
“Giovedì prossimo, secondo la tradizione romana, celebreremo la Santa Messa a San Giovanni in Laterano e poi faremo la processione con il Santissimo Sacramento. Invito i romani e i pellegrini a partecipare per esprimere il nostro desiderio di essere un popolo «adunato nell’unità del Padre e del figlio e dello Spirito Santo».”
E il Papa ribadisce l’invito:
“Vi aspetto tutti il prossimo giovedì, alle 19.00, per la Messa e la Processione del Corpus Christi.”
Dopo l’Angelus, il Papa esprime la sua “viva preoccupazione” per gli avvenimenti di questi ultimi giorni in Iraq.
“Invito tutti voi ad unirvi alla mia preghiera per la cara nazione irachena, soprattutto per le vittime e per chi soffre maggiormente le conseguenze dell’accrescersi della violenza, in particolare per le molte persone, tra cui tanti cristiani, che hanno dovuto lasciare la propria casa.”
Oltre alla preghiera, l’appello:
“Auspico per tutta la popolazione la sicurezza e la pace ed un futuro di riconciliazione e di giustizia dove tutti gli iracheni, qualunque sia la loro appartenenza religiosa, possano costruire insieme la loro patria, facendone un modello di convivenza.”
E il Papa invita tutti a pregare per il popolo iracheno guidando la recita di un’Ave Maria. Poi l’annuncio che sarà a Tirana, in Albania il 21 settembre:
“Con questo breve viaggio desidero confermare nella fede la Chiesa in Albania e testimoniare il mio incoraggiamento ad un Paese che ha sofferto a lungo in conseguenza delle ideologie del passato.”
Al momento dei saluti, “un pensiero speciale alle collaboratrici domestiche e badanti, che – dice il Papa – provengono da tante parti del mondo e svolgono un servizio prezioso nelle famiglie, specialmente a sostegno degli anziani e delle persone non autosufficienti”.
“Tante volte noi non valorizziamo con giustizia il grande e bel lavoro che fanno loro nelle famiglie. Grazie tante, a voi!”
Saluti del Papa anche a gruppi parrocchiali, famiglie e associazioni; i militari della Colombia, i fedeli venuti da Taiwan e Hong Kong, da Ávila e La Rioja (Spagna), da Venado Tuerto (Argentina), da Cagliari, Albino, Vignola, Lucca e Battipaglia; il Movimento Pro Sanctitate, nel centenario della nascita del fondatore, il Servo di Dio Guglielmo Giaquinta; i ragazzi di Casaleone che hanno ricevuto la Cresima, e i dipendenti del Gruppo Idi Sanità di Roma.
Fonte News.va -a cura di Fausta Speranza