Il Vaticanese

Adorazione eucaristica: il mondo intero unito a Papa Francesco

Nella solennità del Corpus Domini, e nel contesto dell’Anno della Fede, Papa Francesco ha presieduto, dalle 17 alle 18, nella Basilica di San Pietro, una speciale Adorazione eucaristica in comunione con le cattedrali e le parrocchie di tutto il mondo, per un’ora unito in preghiera in adorazione del Santissimo Sacramento.

Tutti sincronizzati con l’ora della sede di Pietro, perché nella Chiesa la comunione la si fa a partire dal fondamento, che è il Vicario di Cristo; la si fa sintonizzandosi con la Chiesa di Roma, che ha il compito di presiedere nella carità tutte le Chiese sparse nel mondo.

Per un’ora nel pomeriggio di domenica tutte le diocesi del mondo si sono unite nell’Adorazione eucaristica. La preghiera è iniziata quando a Roma erano le 17; mentre alle Isole Cook, Samoa e Honolulu erano loro 5.00 del mattino; nel punto più al nord, a Reykiavik in Islanda, erano le 15.00. Per le diocesi del Vietnam erano le 22.00 ora locale, mentre per tutte le chiese di Corea era mezzanotte. Dall’Oceania l’Adorazione è stata fatta mentre erano già nel 3 giugno, dalla 1 alle 2 del mattino…
Il Coro della Cappella Sistina ha accompagnato il cammino di Papa Francesco attraverso la navata centrale di San Pietro, fino all’altare, dove ha presieduto un’ora di Adorazione eucaristica, in comunione con i fedeli di tutto il mondo che nelle chiese e nelle cattedrali di ogni Paese, collegati con Roma, si sono uniti al Santo Padre. “Un solo Signore una sola fede”: il titolo scelto per questo evento unico, voluto da Benedetto XVI in occasione dell’Anno della Fede, a cinquant’anni dall’apertura del Concilio Vaticano II. Si è pregato per il bene della Chiesa, perché “il Signore la renda sempre obbediente all’ascolto della sua Parola, per presentarsi dinanzi al mondo sempre più bella, senza macchia né ruga, ma santa e immacolata” e poi si è pregato per “quanti nelle diverse parti del mondo vivono la sofferenza di nuove schiavitù e sono vittime delle guerre, della tratta delle persone, del narcotraffico e del lavoro schiavo; per i bambini e le donne che subiscono ogni forma di violenza; per tutti coloro che si trovano nella precarietà economica, soprattutto i disoccupati, gli anziani, gli immigrati, i senzatetto, i carcerati e quanti sperimentano l’emarginazione”. I canti e le invocazioni sono stati intervallati dalle letture, accompagnate dal suono di un’arpa, delle preghiere dei Papi predecessori: Pio XII, il Beato Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo I, il Beato Giovanni Paolo II, il Papa emerito Benedetto XVI. L’intenso sguardo di Papa Francesco non ha mai abbandonato l’ostensorio con il Corpo di Cristo, poggiato sull’altare. E con il suo, quello di tutti i fedeli raccolti in preghiera nella Basilica. Al termine dell’Adorazione eucaristica Papa Francesco ha preso tra le mani l’ostensorio e ha benedetto i presenti con il Santissimo Sacramento. Da notare che nell’ora di adorazione non ha tenuto l’omelia.

È suggestivo ricordare che per un’ora tutto il mondo, grazie alla Chiesa, è divenuto un villaggio globale, unito dalla forza della preghiera. I credenti sono stati realmente più vicini tra loro, perché in forte comunione. Tutti si sono sincronizzati con l’ora della sede di Pietro ed è naturale, perché nella Chiesa la comunione la si fa a partire dal fondamento, che è il Vicario di Cristo; la si fa sintonizzandosi con la Chiesa di Roma, che ha il compito di presiedere nella carità tutte le Chiese sparse nel mondo.
Quindi, uniti a Pietro che pregava, tutti sono stati un cuor solo e un’anima sola, capaci di elevare un’unica voce al Padre. In questo senso è stato un evento che per la prima volta si realizza nella storia della Chiesa e a buon motivo è stato definito “storico”.

Fonte: www.vatican.va: Ilrestodelcarlino.it.

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