Nella Chiesa e nella società si vanno aprendo alle donne «nuovi spazi e responsabilità» che vanno ulteriormente estesi e valorizzati. Senza dimenticare, tuttavia, che «l’apporto del genio femminile rimane imprescindibile» soprattutto nell’ambito della famiglia. Lo ha sottolineato il Santo Padre nel discorso rivolto alle partecipanti al congresso nazionale del Centro italiano femminile, ricevute in udienza , nella Sala Clementina.
Ricordando le profonde trasformazioni culturali e sociali che negli ultimi decenni hanno investito l’identità e il ruolo della donna, Papa Francesco ha richiamato il fondamentale «discernimento» operato in quest’ambito dal magistero dei Papi, in particolare con la lettera apostolica del 1988 Mulieris dignitatem di Giovanni Paolo II. Su quella scia — ha aggiunto — «ho ricordato l’indispensabile apporto della donna nella società, in particolare con la sua sensibilità e intuizione verso l’altro, il debole e l’indifeso; mi sono rallegrato nel vedere molte donne condividere alcune responsabilità pastorali con i sacerdoti nell’accompagnamento di persone, famiglie e gruppi, come nella riflessione teologica; e ho auspicato che si allarghino gli spazi per una presenza femminile più capillare ed incisiva nella Chiesa».
Se in questi campi il contributo del “genio femminile” è importante, non va trascurato il «ruolo insostituibile della donna della famiglia». Perché — ha spiegato il Papa — «le doti di delicatezza, peculiare sensibilità e tenerezza, di cui è ricco l’animo femminile, rappresentano non solo una genuina forza per la vita delle famiglie, per l’irradiazione di un clima di serenità e di armonia, ma una realtà senza la quale la vocazione umana sarebbe irrealizzabile». E la famiglia, ha puntualizzato, «per noi cristiani non è semplicemente un luogo privato, ma quella “Chiesa domestica”, la cui salute e prosperità è condizione per la salute e prosperità della Chiesa e della società stessa».
Di seguito trascriviamo le parole del Santo Padre:
Care amiche del Centro Italiano Femminile,
in occasione del Congresso della vostra Associazione vi do il mio benvenuto e vi saluto cordialmente. Ringrazio la vostra Presidente per le parole con cui ha introdotto questo nostro incontro.
Rendo grazie con voi al Signore per tutto il bene che il Centro Italiano Femminile ha compiuto durante i suoi quasi settant’anni di vita, per le opere che ha attuato nel campo della formazione e della promozione umana, e per la testimonianza che ha dato circa il ruolo della donna nella società e nella comunità ecclesiale. Infatti, nell’arco di questi ultimi decenni, accanto ad altre trasformazioni culturali e sociali, anche l’identità e il ruolo della donna, nella famiglia, nella società e nella Chiesa, hanno conosciuto mutamenti notevoli, e in genere la partecipazione e la responsabilità delle donne è andata crescendo.
In questo processo è stato ed è importante anche il discernimento da parte del Magistero dei Papi. In modo speciale va menzionata la Lettera apostolica del 1988 Mulieris dignitatem, del beato Giovanni Paolo II, sulla dignità e vocazione della donna, documento che, in linea con l’insegnamento del Vaticano II, ha riconosciuto la forza morale della donna, la sua forza spirituale (cfr n. 30); e ricordiamo anche il Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace del 1995 sul tema “La donna: educatrice di pace”.
Ho ricordato l’indispensabile apporto della donna nella società, in particolare con la sua sensibilità e intuizione verso l’altro, il debole e l’indifeso; mi sono rallegrato nel vedere molte donne condividere alcune responsabilità pastorali con i sacerdoti nell’accompagnamento di persone, famiglie e gruppi, come nella riflessione teologica; ed ho auspicato che si allarghino gli spazi per una presenza femminile più capillare ed incisiva nella Chiesa (cfr Esort. ap. Evangelii gaudium, 103).
Questi nuovi spazi e responsabilità che si sono aperti, e che auspico vivamente possano ulteriormente espandersi alla presenza e all’attività delle donne, tanto nell’ambito ecclesiale quanto in quello civile e delle professioni, non possono far dimenticare il ruolo insostituibile della donna nella famiglia. Le doti di delicatezza, peculiare sensibilità e tenerezza, di cui è ricco l’animo femminile, rappresentano non solo una genuina forza per la vita delle famiglie, per l’irradiazione di un clima di serenità e di armonia, ma una realtà senza la quale la vocazione umana sarebbe irrealizzabile. E questo è importante. Senza questi atteggiamenti, senza queste doti della donna, la vocazione umana non può essere realizzata.
Se nel mondo del lavoro e nella sfera pubblica è importante l’apporto più incisivo del genio femminile, tale apporto rimane imprescindibile nell’ambito della famiglia, che per noi cristiani non è semplicemente un luogo privato, ma quella “Chiesa domestica”, la cui salute e prosperità è condizione per la salute e prosperità della Chiesa e della società stessa. Pensiamo alla Madonna: la Madonna nella Chiesa crea qualcosa che non possono creare i preti, i vescovi e i Papi. E’ lei l’autentico genio femminile. E pensiamo alla Madonna nelle famiglie. A cosa fa la Madonna in una famiglia. La presenza della donna nell’ambito domestico si rivela quanto mai necessaria, dunque, per la trasmissione alle generazioni future di solidi principi morali e per la stessa trasmissione della fede.
A questo punto viene spontaneo chiedersi: come è possibile crescere nella presenza efficace in tanti ambiti della sfera pubblica, nel mondo del lavoro e nei luoghi dove vengono adottate le decisioni più importanti, e al tempo stesso mantenere una presenza e un’attenzione preferenziale e del tutto speciale nella e per la famiglia? E qui è il campo del discernimento che, oltre alla riflessione sulla realtà della donna nella società, presuppone la preghiera assidua e perseverante.
E’ nel dialogo con Dio, illuminato dalla sua Parola, irrigato dalla grazia dei Sacramenti, che la donna cristiana cerca sempre nuovamente di rispondere alla chiamata del Signore, nel concreto della sua condizione. Una preghiera, questa, sempre sostenuta dalla presenza materna di Maria. Lei, che ha custodito il suo Figlio divino, che ha propiziato il suo primo miracolo alle nozze di Cana, che era presente sul Calvario ed alla Pentecoste, vi indichi la strada da percorrere per approfondire il significato e il ruolo della donna nella società e per essere pienamente fedeli al Signore Gesù Cristo e alla vostra missione nel mondo. Grazie!
Fonte: www.news.va.
Foto: DigITALIA BANK.it.