Il Cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei e arcivescovo di Genova, durante l’omelia proferita nella Cattedrale di San Lorenzo, in occasione della commemorazione del Santo che subì il martirio a difesa della Chiesa, ha sottolineato che “E’ sempre doveroso che nella vita pubblica i cattolici siano sempre più numerosi e ben formati”.
Il Cardinale Angelo Bagnasco, sottolinea che “i grandi statisti cattolici che l’Italia ricorda hanno portato la propria indiscutibile statura umana e cristiana che il Paese, l’Europa e gli scenari internazionali esigevano, allora come oggi – evidenzia – hanno messo a servizio, non di se stessi ma del bene comune, un’alta caratura intellettuale, spirituale e dottrinale, formata alla luce del magistero sociale della Chiesa, senza reticenze o complessi, avendo ben chiara la fisionomia e la distinzione tra i diversi problemi e i diversi livelli”.
Per il Cardinale Bagnasco, “i cristiani, com’è loro dovere, sono stati e continueranno ad essere stimolo nella società, con fiducia e spirito di servizio, consci di aver ricevuto un miniera inesauribile di visione e di valori religiosi, umani e culturali. La loro presenza non è unificata in formule specifiche, fatta salva – continua il Cardinale Bagnasco – la consapevolezza che sui princìpi di fondo non si può negoziare; che i valori non sono tutti uguali ma esiste una interna gerarchia e connessione; che l’etica della vita e della famiglia non sono la conseguenza ma il basamento della giustizia e della solidarietà sociale”.
Il Cardinale Bagnasco, sempre sulla famiglia, invita a ”sostegni concreti” e “soluzioni sagge” per il lavoro. “La Chiesa non desidera reclamare primati o titoli – continua il presidente della Conferenza Episcopale italiana – fa ciò che è suo dovere fare, è vicino alla gente e ridà loro voce: ai poveri, alle giovani generazioni, agli anziani e ai malati; alla famiglia, realtà insostituibile e incomparabile del tessuto sociale, che avverte sempre di più bisogno di reale considerazione e concreti sostegni”.
Inoltre più di altri, “la Chiesa avverte moltissimo l’angoscia dei lavoratori, che sono sempre più preoccupati per l’occupazione; di quella moltitudine di giovani che non riescono ad immettersi nella societa’ che produce.
E a loro con grande umiltà, dà voce senza populismi. La Chiesa – prosegue il Cardinale Bagnasco – è loro vicina senza interessi propri e implora soluzioni sagge per il Paese che, grazie a una storia stabile di laboriosita’ e perizia, ha raggiunto eccellenze lavorative e industriali invidiabili e desiderabili”.
“La testimonianza cristiana, però, -afferma il cardinale Bagnasco – come a volte capita di pensare, non basta: c’è bisogno anche della parola chiara e coraggiosa che accompagna l’agire e ne illumina il significato”.
“La testimonianza, da sola, proprio perché anticonformista, può essere considerata una stranezza – spiega – la parola forte del martire, invece, illumina il perché di uno stile, anticonformista non per singolarità o smania eccentrica ma per fedeltà al Vangelo”.
“Se San Lorenzo non avesse parlato, chiarendo il perché della sua scelta ovvero la fede in Gesù, il suo martirio – ucciso bruciato a fuoco lento su una graticola – sarebbe passato alla storia come il gesto di un folle. Le sue parole, invece, sono state indubbiamente motivo di considerazione, forse di messa in dubbio di un certo modo di pensare e di vivere. Per allora – conclude il presidente della Conferenza episcopale italiana – e per oggi”.