“Donne verso l’agenda per lo sviluppo post-2015: quali sfide dagli obiettivi di sviluppo sostenibile?”. E’ il tema della seconda Conferenza internazionale sulle donne, organizzata dal Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace insieme all’Unione mondiale delle organizzazione femminili cattoliche (Umofc) e all’Alleanza mondiale delle donne per la vita e la famiglia (Wwalf). L’evento, ospitato a Roma nel The Church Village (già Domus Pacis) è stato presentato nella Sala Stampa Vaticana dal cardinale Peter K. A. Turkson, presidente del dicastero vaticano, da Olimpia Tarzia e da Maria Giovanna Ruggeri, presidenti delle due associazioni femminili promotrici.
Un anno cruciale per la comunità internazionale: sarà infatti approvata a settembre dall’Assemblea dell’Onu l’Agenda per lo sviluppo sostenibile post-2015 che rinnoverà gli obiettivi del Millennio per i prossimi 15 anni. Diciassette nuovi obiettivi che hanno rilevanti implicazioni per le donne, ha sottolineato il cardinale Peter Turkson:
“Sebbene, indubbiamente, si siano compiuti progressi notevoli a favore della causa delle donne in molti Paesi, specialmente negli ambiti dell’educazione, della rappresentanza politica e della partecipazione economica, ancora molto resta da fare”
Oltre 100 i partecipanti alla Conferenza, di ogni continente, più donne che uomini, di contesti culturali e sociali diversi, per confrontarsi sulle questioni femminili emergenti. Si discute di modernità e teoria cosiddetta del “gender”, di surrogazione della maternità, di educazione e diritti, di alleanza con l’uomo, di dialogo interreligioso, di vecchie e nuove forme di schiavitù, di povertà, di violenze e femminicidi.
Ma non solo una panoramica sulle problematiche più urgenti per le donne, né solo uno spazio di denuncia. La Conferenza vuole essere altro, ha sottolineato il presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace:
“Si prefigge anche, e oserei dire, soprattutto di offrire un contributo che possa essere di utilità, anche nel quadro delle negoziazioni in corso per la nuova agenda per lo sviluppo post-2015”.
Da qui l’importanza che le donne cattoliche facciano sentire la propria voce all’interno della comunità internazionale, ha sollecitato il porporato. Ma non è facile farsi ascoltare, ha lamentato Olimpia Tarzia, a nome dell’Alleanza mondiale delle donne – non solo cattoliche – per la vita e la famiglia, presente in 50 Paesi:
“Sono temi fondamentali, non solo per noi donne, ma per la Chiesa e per la società tutta, come la difesa della vita dal concepimento alla morte naturale, quale primo diritto umano e la difesa della famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna, quale soggetto sociale, civile, giuridico, educativo ed economico ed unico, vero baluardo della tenuta sociale: questioni di cui non troviamo traccia alcuna nei 17 obiettivi che l’Onu pone per il nuovo millennio”.
Così anche Maria Giovanna Ruggeri, per conto dell’Unione mondiale delle organizzazione femminili cattoliche – fondata nel 1910, oggi 5 milioni di iscritte – ha evidenziato le sfide da cogliere:
“Noi vogliamo lavorare con tanti uomini e donne di buona volontà per percorrere vie di solidarietà e di fraternità, per imparare a percepire i volti, soprattutto dei più poveri, in cui come credenti vedere il volto del Signore”.
Fonte: Radio Vaticana, Roberta Gisotti. Info e approfondimenti: www.news.va.
Si ringrazia la Sala Stampa della Santa Sede.