a cura de ILVATICANESE.IT/
Il dramma di quanti, tormentati dalla fame, lottano per la sopravvivenza è aggravato da quello che il Papa definisce il “paradosso dell’abbondanza”: alla produzione mondiale di cibo, sufficiente per tutti, non corrisponde un’equa distribuzione a causa di gravi fenomeni tra cui sprechi, scarti e consumi eccessivi di alimenti. Il Santo Padre, dopo aver esortato a superare la tentazione del mero pensiero che non incide sulla realtà, suggerisce tre atteggiamenti concreti. Il primo riguarda il modo di agire:
Andare dalle urgenze alle priorità
“Abbiate uno sguardo e un cuore orientati non ad un pragmatismo emergenziale che si rivela come proposta sempre provvisoria, ma ad un orientamento deciso nel risolvere le cause strutturali della povertà”.
Se vogliamo realmente risolvere i problemi e non perderci nei sofismi – spiega il Pontefice – “è necessario risolvere la radice di tutti i mali che è l’inequità”:
“Per fare questo ci sono alcune scelte prioritarie da compiere: rinunciare all’autonomia assoluta dei mercati e della speculazione finanziaria e agire anzitutto sulle cause strutturali della inequità”.
Testimoni di carità
Il secondo atteggiamento concreto, indicato dal Papa, si riferisce ai pilastri di una sana politica economica:
“La dignità della persona umana e il bene comune. Purtroppo, però, questi due pilastri, che dovrebbero strutturare la politica economica, spesso sembrano appendici aggiunte dall’esterno per completare un discorso politico senza prospettive né programmi di vero sviluppo integrale”.
E al mondo della politica il Santo Padre rivolge una accorata esortazione:
“Per favore, siate coraggiosi e non abbiate timore di farvi interrogare nei progetti politici ed economici da un significato più ampio della vita perché questo vi aiuta a ‘servire veramente il bene comune’ e vi darà forza nel moltiplicare e rendere più accessibili per tutti i beni di questo mondo”.
Custodi e non padroni della terra
Il terzo atteggiamento, suggerito dal Pontefice, è quello di custodire la terra che ci è stata affidata:
“La terra ci è stata affidata perché possa essere per noi madre, capace di dare quanto necessario a ciascuno per vivere”.
“La terra è generosa e non fa mancare nulla a chi la custodisce”. “La terra – conclude Papa Francesco nel videomessaggio – chiede rispetto e non violenza, o peggio ancora, arroganza da padroni”:
“Dobbiamo riportarla ai nostri figli migliorata, custodita, perché è stato un prestito che loro hanno fatto a noi. L’atteggiamento della custodia non è un impegno esclusivo dei cristiani, riguarda tutti”.
Fonte: Radio Vaticana servizio di Amedeo Lomonaco