a cura della Redazione de Il Vaticanese.it/
«Un ritiro, ma in comunione, tutti! Credo che ci farà bene pregare gli uni per gli altri, ossia in comunione». Nelle primissime parole improvvisate da Papa Francesco a San Giovanni in Laterano c’è il senso più profondo della giornata di esercizi spirituali da lui voluta oggi, giovedì 2 giugno, in occasione del giubileo dei sacerdoti e dei seminaristi. Un triplice appuntamento con circa seimila tra preti e studenti che si stanno preparando a diventarlo — ma in tantissimi hanno seguito gli avvenimenti in televisione o in streaming — che il Papa ha scandito in tre tappe nelle basiliche papali del Laterano, di Santa Maria Maggiore e di San Paolo fuori le Mura. Nella sua cattedrale il vescovo di Roma ha pronunciato un discorso introduttivo e ha tenuto la prima meditazione, poi alla fine ha confessato alcuni presenti.
Presentando i temi specifici delle tre lunghe e articolate meditazioni — «dalla distanza alla festa»; «il ricettacolo della misericordia» e infine «il buon odore di Cristo» — Francesco ha esortato a incamminarsi lungo il sentiero della “semplicità evangelica” «che comprende e compie tutte le cose in chiave di misericordia» E in proposito si è rivolto in particolare «a quei confessori impazienti, che “bastonano” i penitenti» e «li rimproverano. Ma così — ha avvertito — li tratterà Dio! Almeno per questo, non fate queste cose», è stata la sua raccomandazione. Di contro, ha confidato, «una delle cose più belle, che mi commuovono, è la confessione di un sacerdote: perché quest’uomo che si avvicina per confessare i propri peccati è lo stesso che poi offre l’orecchio al cuore di un’altra persona».
Nella prima meditazione il Papa ha preso spunto dalla parabola del figlio prodigo. Significative sono state le aggiunte fatte a braccio. Due in particolare: la prima con l’invito a rileggere l’enciclica di Pio xii Haurietis aquas sul Sacro Cuore. Un tema criticato perché considerato «da suore»: invece, ha osservato Francesco, «il Cuore di Cristo è il centro della misericordia». E, ha aggiunto, «forse le suore capiscono meglio di noi, perché sono madri nella Chiesa, sono icone della Chiesa, della Madonna». La seconda è stata un’osservazione sul “linguaggio”. «Quante volte ci viene da dire: “Ho un caso”. Fermati! Di’ piuttosto: “Ho una persona”». Si tratta, ha chiarito, di un atteggiamento «molto clericale» che finisce con il «ridurre la concretezza della persona a un “caso”. E così non mi sporco le mani; faccio una pastorale pulita, elegante, dove non rischio».
Nella basilica liberiana Francesco ha poi deposto un mazzo di fiori e ha pregato davanti all’icona della Salus populi romani. Quindi ha affrontato il tema del peccato. Dopo aver ricordato che «Dio non si stanca di perdonare, ma siamo noi che ci stanchiamo di chiedere perdono», il Papa ha chiesto di saper accettare le cicatrici dell’anima, che testimoniano la guarigione dopo una ferita. E ha elencato una serie di santi «che si sono lasciati ricreare il cuore dalla misericordia»: a partire da Pietro «sanato nella ferita più profonda che si può avere: quella di rinnegare l’amico» Gesù e finendo con Maria, perché «salendo la scala, nella ricerca dei recipienti della misericordia, arriviamo alla Madonna». In proposito ha confidato che in Messico ha pregato la Vergine di Guadalupe di poter avere “buoni preti”.
Originale anche l’immagine a cui è ricorso Francesco per spiegare che «la misericordia non ci “dipinge” dall’esterno una faccia da buoni, non ci fa il photoshop, ma con i medesimi fili delle nostre miserie — con quelli! — e dei nostri peccati — con quelli! —, intessuti con amore di Padre, ci tesse in modo tale che la nostra anima si rinnova recuperando la sua vera immagine, quella di Gesù».
Nel pomeriggio l’ultima meditazione alla basilica ostientese. E a conferma dell’importanza attribuita dal Pontefice al ritiro spirituale odierno anche l’invito riecheggiato in rete attraverso l’account @Pontifex: «Preghiamo insieme — ha twittato — per il Giubileo dei sacerdoti dal 1° al 3 giugno».
La prima meditazione nella basilica di San Giovanni in Laterano
La seconda meditazione a Santa Maria Maggiore
Fonte News.va